Battere stress e ansia con i corsi di Biodanza
(da “Il Messaggero” del 23 marzo 2023) di Maria Serena Patriarca
La Trainer Tiziana Zappi: è uno stimolo per far emergere la gioia di vivere, creare momenti distensivi e farci sentire bene.
(da “Il Messaggero” del 23 marzo 2023) di Maria Serena Patriarca
La Trainer Tiziana Zappi: è uno stimolo per far emergere la gioia di vivere, creare momenti distensivi e farci sentire bene.
La carezza è uno degli strumenti fondamentali in Biodanza. Le terapie e la medicina tradizionale in genere possiedono un’alta tecnologia e una semantica sofisticata, ma una completa mancanza di affetto. La carezza induce trasformazioni a livello organico e esistenziale. La carezza risveglia la fonte del desiderio e aiuta ad esprimere l’identità. Le motivazioni esistenziali si arricchiscono attraverso la forza dell’eros, dell’amore. Lo sviluppo dell’erotismo è essenziale nel processo di cambiamento della persona.
L’obiettivo finale della Biodanza è produrre modificazioni stabili dello stile di vita ed elevare la qualità della nostra esistenza. Il concetto di “rinascita” in Biodanza implica un rinnovamento esistenziale. Dove voglio vivere? Con chi voglio vivere? Quali compiti desidero svolgere nella mia vita? La Biodanza stimola il coraggio per arrivare a realizzare i propri obiettivi. Le trasformazioni transitorie indotte da sessioni isolate di Biodanza non sono sufficienti per produrre il processo di integrazione e l’espressione dei potenziali. Non basta ottenere il benessere, è necessario avere accesso alla felicità.
…Le relazioni d’affetto tra uomo e donna sono in profonda crisi. È necessario che gli uomini prendano contatto con la loro mascolinità profonda, altrettanto le donne con la loro femminilità, come forza coesiva e trascendente della vita. La necessità più urgente dell’umanità è quella di sviluppare il potenziale affettivo tanto a livello individuale quanto collettivamente. Il nostro comportamento è in parte dominato da rappresentazioni interiori di carattere oscuro. Le rappresentazioni interiori sul sesso opposto, sullo stesso sesso, sull’amore e sulla propria identità sessuale non si modificano mediante la coscienza; l’unico strumento di modificazione di tali rappresentazioni interiori è quello dell’esperienza vissuta qui e ora. Questo è un processo di integrazione quantica di energia che si produce durante la “vivencia” di incontro.
Le danze e le cerimonie di incontro risvegliano vivencias dimenticate relazionate con l’estasi e la felicità. Come creare le condizioni sociali ed emozionali che facilitino la felicità? La nostra cultura genera benessere, ma non felicità. La nostra cultura spesso dà come risultato finale la solitudine, la depressione e la distruttività. Come trasformare i valori che la nostra società porta avanti senza una trasformazione delle persone?
Abbiamo la necessità di creare una poetica delle relazioni umane, una nuova percezione della vita, un accesso all’esperienza paradisiaca, un senso di allegrezza, una musica della convivenza. L’espansione della Biodanza in tutto il mondo con un impressionante vigore si deve al fatto di puntare sulle necessità più profonde di questa epoca di crisi morale e culturale.
Di cosa ha bisogno una persona per essere felice?
Riportiamo qui di seguito una lista delle aspirazioni umane ottenuta mediante una ricerca fatta su un campione di 600 persone:
Osservando questa lista di bisogni possiamo scoprire che essi corrispondono alle cinque Linee di Vivencia su cui la Biodanza lavora per sviluppare il Potenziale Umano.
La felicità è contagiosa. Una persona felice può influire sulla felicità di molte altre. La felicità è un processo di maturazione. Ciascuna persona può sviluppare i suoi potenziali di felicità e raggiungerne stati ogni volta più raffinati e intensi. Noi abbiamo bisogno della nostra felicità personale e della felicità degli altri. Lo sviluppo della Biodanza nel mondo può cambiare il senso della vita intesa come sacrificio, in un nuovo ordine pieno di bellezza, di amore e di manifestazione della nostra divinità.
Prof. Rolando Toro
Articolo tratto da Psiconews (n. 3 Marzo 1996 San Paolo, Brasile) scritto dal prof. Rolando Toro Araneda, ideatore del Sistema Biodanza.
Biodanza è un sistema di integrazione e sviluppo dei potenziali umani attraverso la danza, la musica e situazioni di incontro in gruppo.
“Integrazione” significa coerenza e unità all’interno delle differenti funzioni organiche e psichiche. Vuol dire reintegrare la dissociazione a livello motorio, emozionale e organico infatti diversi esseri umani quando sentono una cosa, ne pensano un’altra e ne realizzano un’altra completamente diversa. La loro esistenza non è più autentica, è frammentata. Questa situazione conduce alla depressione, allo stress e alla distruttività.
“Sviluppo dei potenziali umani” significa permettere un’espressione genetica delle nostre capacità affettive e intellettuali. La Biodanza stimola, attraverso la musica e situazioni di incontro in gruppo, sia l’integrazione che lo sviluppo dei potenziali innati dell’individuo. Una definizione più globale potrebbe essere: Biodanza è una poetica dell’incontro umano che permette l’espressione dell’identità e il piacere di vivere. Gli esercizi di Biodanza sono organizzati a partire da un Modello Teorico basato sulle Scienze della Vita: Biologia, Antropologia, Psicologia e Sociologia. Il paradigma filosofico fondamentale della Biodanza è il Principio Biocentrico: l’intero universo, compresi gli esseri umani, è organizzato in funzione della Vita. All’interno di questa concezione si vuole recuperare il senso della sacralità della vita. Se la nostra cultura ha scelto dei valori che conducono alla distruzione e alla morte, la Biodanza propone una cultura per la Vita, una nuova visione del mondo e dell’esistenza. La Biodanza quindi non è soltanto una forma piacevole di liberazione e di salute, ma la sua azione costituisce una forma di ecologia umana basata su una percezione della vita come esperienza suprema.
Tutto il processo di trasformazione deve coinvolgere il corpo nei suoi differenti livelli: neurologico, endocrino, immunologico ed emozionale. Il concetto tradizionale che sia sufficiente essere coscienti dei conflitti dell’inconscio per curare i disagi psicologici, attualmente è stata abbandonata in quanto si è dimostrato che si trattava di una ipotesi riduttiva. L’essere umano è una totalità e non si può escludere la corporeità perché ciò conduce alla dissociazione.
Il gruppo è essenziale nel processo di trasformazione perché induce nuove forme di comunicazione e di legame affettivo. Il gruppo è una matrice della rinascita nel quale ciascun partecipante incontra il contenitore affettivo e il permesso per il proprio cambiamento. Durante un secolo di psicoterapia si è concentrato l’interesse nell’individuo come essere isolato; oggi sappiamo che non esiste la possibilità di un’evoluzione solitaria. Martin Buber, Pichon Rivière, James Hillmann e Kenneth J. Gergen hanno cominciato la ricerca sull’uomo come essere in relazione. Nasce così il concetto di essere umano ecologico. La presenza del simile modifica il funzionamento delle persone in tutti i loro livelli organici ed esistenziali.
L’emozione e la vivencia (l’istante vissuto QUI E ORA) rappresentano il principio regolatore delle funzioni neurovegetative, intensificandole o moderando la loro attività. Le emozioni regolano e sono al tempo stesso regolate dal sistema limbico-ipotalamico, attualmente chiamato Sistema Integratore Adattativo Limbico-Ipotalamico (SIALH). L’integrazione dei sistemi è sinonimo di cura e salute. Il cervello, il corpo e la mente sono una cosa sola, impensabile separarle. La mente risiede in ogni cellula del nostro corpo. Le vivencias di piacere, entusiasmo, amore vanno a operare sulla totalità dell’organismo. In Biodanza, nel processo di integrazione, si dà la priorità alle vivencias, solo successivamente alla coscienza e infine al secondo sistema dei segnali del linguaggio.
La musica è lo strumento di mediazione all’interno dell’emozione e del movimento corporeo. La musica è un linguaggio universale accessibile ai bambini e agli adulti di qualunque epoca e cultura. La sua influenza va direttamente all’emozione senza passare per i filtri analitici del pensiero. L’identità è permeabile alla musica e per questo si può esprimere attraverso di essa. La musica stimola una danza espressiva, una comunicazione affettiva e la vivencia di sentire se stessi.
Articolo tratto da Psiconews (n. 3 Marzo 1996 San Paolo, Brasile) scritto dal prof. Rolando Toro Araneda, ideatore del Sistema Biodanza.
Il risultato pedagogico e terapeutico di Biodanza si deve ai suoi effetti sull’organismo come totalità e al suo potere di riabilitazione esistenziale e sono i seguenti:
Ciascuno di questi ha, per se stesso, un effetto trasformatore. In relazione a un insieme coerente, mediante un modello teorico scientifico, costituiscono un gruppo di ecofattori di straordinari effetti, capaci di influire anche sulle linee di programmazione genetica.
1- Potere musicale
Orfeo inaugurò in Occidente il mito del “potere musicale”. Mediante musica integratrice, con la lira di Apollo, era capace di influire sulle leggi della natura e sulle misteriose regole che organizzano la vita. Sotto l’influenza della sua musica Orfeo poteva fare fiorire gli alberi in inverno e tranquillizzare gli animali selvatici. Da tempi immemorabili, il potere musicale è conosciuto in Giappone, Cina ed altri paesi orientali. L’uso della musica per gli sciamani, monaci tibetani e danzatori sufi per invocare le forze di guarigione e vincolo cosmico, è anche molto conosciuto dagli antropologi. Attualmente la ricerca scientifica in Musicoterapica e in Psicologia della Musica conferma l’efficacia del potere musicale.
È sufficiente menzionare Alfred Tomatis, Don Campbell, Yehudi Menuhim e Michel Imberty per comprendere che la musica non solo si vincola con le aree percettive della sensibilità e della innovazione, ma possiede anche potere di trasformazione su piante, animali e, specialmente sugli esseri umani.
Alfred Tomatis ci insegna che “ascoltare l’universo” apre la percezione in tutte le sue dimensioni e ristabilisce i vincoli essenziali con l’ambiente e con le persone.
Don Campbell ha scoperto alcuni effetti specifici di certe musiche di Mozart, capaci di stimolare funzioni cognitive e percettive. “L’effetto Mozart” può estrapolarsi anche in “Effetto Vivaldi”, “Effetto Bach” o “Effetto Debussy”.
Yehudi Menuhim ha studiato le relazioni fra musica e neuroscienze, comprovando gli effetti della musica nelle funzioni neurofisiologiche e nel comportamento dei bambini.
Miche Imberty, uno dei maggiori specialisti in semantica musicale, ha fatto l’analisi di diversi temi musicali e del loro significato emozionale.
Ricerche sulla semantica musicale sono state realizzate da Gundlach (1935), Hevner (1936), Campbell (1942) e Watson (1942). Molti altri ricercatori odierni hanno comprovato gli effetti della musica sugli organismi vivi.
In Biodanza la musica è rigorosamente selezionata per stimolare ecofattori relazionati alle cinque linee di vivencia.
Denominiamo “musica organica” quelle che presentano attributi biologici: fluidità, armonia, ritmo, tono, unità di senso ed effetti cenestesici; queste hanno il potere di indurre vivencias integrative. Dato che la musica può risvegliare vivencias intense, la sua selezione obbedisce a criteri semantici, ossia ha significati tematici, emozionali e vivenciali. La musica può risvegliare emozioni sentimentali, erotiche, euforiche, nostalgiche, ecc. le quali, nell’essere danzate, si trasformano in vivencias.
2- Potere della danza integrativa
Biodanza possiede un repertorio intorno a 250 esercizi e danze la cui finalità è attivare i movimenti umani in forma armonica e integrativa; non esistono movimenti dissociativi in Biodanza. Contiamo su un insieme di esercizi di integrazione sensorio-motoria, affettivo motoria e di sensibilità cenestesica; un altro insieme di esercizi è formato dalle danze semplici che stimolano le vivencias di vitalità, sessualità, creatività, affettività e trascendenza.
Durante la pratica di Biodanza la musica si trasforma in movimento corporeo, come a dire “si incarna”, e il ballerino entra in vivencia. Dalla combinazione musica-movimento-vivencia si scatenano cambiamenti sottili nel sistema limbico-ipotalamico, neurovegetativo, immunologico e nei neurotrasmettitori.
Tutte queste danze sono ecofattori con gran potere di deflagrazione vivenziale, si potenziano reciprocamente e il loro effetto è la omeostasi delle funzioni organiche, la regolazione del sistema integrativo-adattatore-limbico-ipotalamico e la elevazione della qualità di vita nel senso di pienezza e gusto di vivere.
3- Metodologia Vivenziale
La metodologia di Biodanza è orientata alla deflagrazione di Vivencias integrative, capaci di superare le dissociazioni indotte dalla nostra cultura.
Attualmente un gran numero di persone vivono stati di dissociazione psicosomatica. Pensano in un modo, sentono in forma differente e agiscono in modo dissociato da ciò che sentono. La unità della nostra esistenza è permanentemente in crisi. È attraverso delle vivencias che si perfeziona l’unità neurofisiologica ed esistenziale dell’essere umano.
La vivencia è la sensazione intensa di essere vivo “qui e ora” e possiede forti componenti cenestesiche ed emozionali. Le vivencias hanno diverse matrici emozionali, tali come euforia, erotismo, tenerezza, pace interiore, ecc., questo contribuisce all’espressione autentica dell’identità. La vivencia è diversa dall’emozione: Emozione è una risposta a stimoli esterni e scompare quando questi cessano. La vivencia è un’esperienza che abbraccia l’intera esistenza, possiede effetti profondi e duraturi poiché l’organismo partecipa come totalità ed induce il sentimento di essere vivo, trascendendo l’ego. È un’esperienza “qui e ora”. Risvegliare vivencias, che ci permette di essere noi stessi, costituisce una nuova epistemologia. Le nostre intense motivazioni istintive e affettive sono inibite dalle regole culturali. Le vivencias profonde che impegnano ‘unità del nostro psichismo sono la forza originaria della vita.
L’approccio razionale ai nostri conflitti non risolve a fondo i disturbi dissociativi; avere coscienza dei nostri conflitti non modifica il comportamento. È la vivencia di essere vivo, la percezione cenestesica del nostro corpo e, infine, la possibilità di “essere autenticamente noi stessi” che permette un’esistenza integrata e sana. Per questo motivo non utilizziamo l’analisi dei conflitti, ma stimoliamo la parte sana della nostra identità attraverso vivencias intense “l’istante è l’unico luogo dove si può vivere”.
La metodologia vivenziale permette il processo di integrazione: Biodanza è, per definizione, un sistema di integrazione dei potenziali umani. Integrazione significa “coordinazione dell’attività all’interno di diversi su-sistema per ottenere il funzionamento armonioso di un sistema maggiore”. La vivencia è l’agente essenziale di integrazione dell’unità funzionale: “abitiamo nel qui e ora, in un tempo cosmico”.
4- Potere deflagratore della carezza
“Biodanza è una poetica dell’incontro umano”
La connessione con le persone è essenziale in tutti gli atti di riabilitazione o cura, non esiste crescita solitaria (le tecniche mistiche o terapeutiche di carattere solipsista sono un inganno. Il contatto con altre persone è ciò che permette la crescita. La connessione verbale è insufficiente: è necessario il contatto, la danza in coppia o collettiva e il compromesso corporale all’interno di un contesto sensibile, sottile e in feed-back. Sugli effetti terapeutici e pedagogici della carezza, attualmente esistono molteplici ricerche scientifiche. Centinaia di autori hanno scoperto che il contatto valorizza e dà contenimento affettivo alle persone. Ciò nonostante non basta il contatto, è necessaria la connessione, ossia qualunque forma di vincolo fisico è motivato da una forza affettiva sincera. Esistono fondamenti scientifici rispetto alla terapia del contatto. Possiamo menzionare, fra numerosi ricercatori, i seguenti: S.F.Harlow, René Spitz, Rof Carballo, Lopez Ibor, Bowlby, ecc.
La carezza, pertanto, non è solo contatto ma connessione. Le terapie che non hanno compromesso corporale sono dissociative, in quanto esse lavorano solo a livello della coscienza e non nelle vivencias significative di amore e comunione. L’affettività, nucleo centrale di tutte le terapie, include: la connessione, la compartecipazione, il “NOI” di Martin Buber.
5- Potere della trance
La trance è uno stato alterato di coscienza che implica la diminuzione dell’ego e la regressione al primordiale, all’origine, in un certo modo agli stati perinatali. Si tratta di un fenomeno di regressione agli stati iniziali dell’esistenza.
Gli effetti della trance sono il rinnovamento biologico, poiché durante questo stato si riscrivono le condizioni biologiche dell’inizio dello sviluppo umano metabolismo più veloce e risveglio della percezione cenestesica) e le prime necessità di protezione, nutrimento e contatto. Per questa ragione, gli esercizi di trance in Biodanza permettono la riparentalizzazione, ossia il “nascere di nuovo” dentro a un contesto di amore e di cura. Molti adulti hanno dentro di loro un bambino ferito, un bambino abbandonato, senza amore. La riparentalizzazione permette di curarlo in cerimonie di trance e rinascita.
Nei mezzi del Sistema Biodanza, possiamo fare affidamento col metodo innovatore di “trance di sospensione”, che permette di avere un accesso allo stato di trance in forma progressiva e di dolce abbandono.
6- Potere dell’espansione della coscienza
L’espansione della coscienza è uno stato di percezione ampliata che si caratterizza per ristabilire il vincolo primordiale con l’universo. Il suo effetto soggettivo è un sentimento di unità ontocosmologica e allegria trascendente.
Biodanza induce stati di espansione di coscienza mediante musiche, danze e cerimonie di incontro. Avere accesso all’esperienza suprema richiede una preparazione previa e un livello superiore di integrazione e maturità. I procedimenti che utilizziamo per indurre cambi progressivi di stato di coscienza sono: esercizi per ampliare la percezione della natura e delle persone attraverso i cinque sensi, “lettura dell’anima” mediante la percezione del viso dei compagni dopo la trance, esercizi di piacere cenestesico per diminuire l’intervento dell’ego, esercizi di fluidità lenta con abbandono, esercizi di estasi e di intasi. Diverse tecniche psicoterapeutiche e di crescita interiore utilizzano droghe e “piante magiche” per indurre stati di espansione di coscienza, le proposte della psicoterapia transpersonale la ottengono con altri mezzi.
Il Dr. Albert Hofmann, creatore del LSD-“% (dietilamida dell’acido lisergico), ha proposto una nuova forma di educazione della percezione e la capacità di empatia mediante “l’esperienza enteogena”, in un contesto di intimità con la vita. Questa proposta è difficile da realizzare a causa dell’ignoranza scientifica; la leggerezza di molti autori – come Timothy Leary – ha disprezzato l’esperienza lisergica, per cui l’umanità è stata profondamente pregiudicata.
In Biodanza non utilizziamo droghe e preferiamo attivare i meccanismi dei neurotrasmettitori che esistono normalmente nell’organismo e che compiono il medesimo effetto delle droghe enteogene. Dopo aver vissuto una “esperienza suprema” (accompagnato adeguatamente), si scopre un nuovo senso della vita e l’elevazione del vincolo con la natura, con le altre persone e con se stessi. La transitasi (cambio improvviso di trasformazione interiore) consiste nell’integrazione organica della percezione, della intelligenza astratta e dell’affettività. Biodanza induce stati di pienezza e frequentemente di estasi, attraverso esercizi di affettività e trascendenza. Gli stati di espansione di coscienza hanno un effetto duraturo rispetto al senso dell’esistenza e al modo di stare nel mondo, e consistono in un’estasi per tutta la creazione, i suoi boschi, i suoi animali e specialmente per le persone. L’esperienza enteogena è “risvegliare il divino nell’uomo”. Ha due aspetti:
INTASI – ESTASI
– Armonia cenestesica – Empatia
– Estasi musicale – Estasi amorosa
– Vivencia intrauterina – Estasi altruista
– Vivencia oceanica – Estasi contemplativa
– Illuminazione – Estasi cosmica.
7- Potere del gruppo
In Biodanza il gruppo è una matrice di rinascita che si integra a livello affettivo e costituisce un campo di interazioni molto intenso.
Biodanza non è un sistema solipsistico né di comunicazione verbale. Il suo potere è nella induzione reciproca di vivencias fra i partecipanti del gruppo.
Le situazioni di incontro hanno il potere di cambiare profondamente attitudini e forme di relazione umana.
La forma di integrazione del gruppo in Biodanza si differenzia radicalmente dalla dinamica di gruppo tradizionale.
Prof. Rolando Toro Araneda
Estratto da BOLLETTINO DI BIODANZA N°4 – Giugno 2007
Traduzione
Ultimamente leggo sul web e sulla carta stampata tantissimi articoli di liste. Le dieci spiagge più belle del mondo da visitare, le cento cose da fare prima di morire, le cinque regole per restare giovani… Le liste non mi annoiano mai e spesso mi fanno riflettere. Così ho cominciato a pensare alle dieci buone ragioni per cui secondo me bisognerebbe praticare biodanza ed è uscita questa lista. Con buona probabilità queste dieci ragioni potranno non rappresentare il sentire di tutti…
frutti”. Essere creativi non è appannaggio degli artisti, di una classe elitaria: con la pratica di Biodanza ho imparato che le soluzioni che trovo ai piccoli e grandi problemi quotidiani sono gesti creativi che hanno un valore. Inoltre nella sala di Biodanza ho iniziato a liberarmi dal giudizio estetico: l’accesso una modalità inedita di espressione con il gesto e la danza e ha aumentato la mia padronanza nel linguaggio corporeo.
Articolo di Simona Malta per la redazione dell’Associazione Biodanza Italia – pubblicato in data 13 aprile 2017
Alimentare la vita recuperando il senso rituale dell’atto di nutrirsi in ogni ambito della nostra esistenza, implica un viaggio nei differenti territori di Biodanza e Alimentazione Biocentrica. Il nostro invito è partecipare a questa Estensione dove è possibile accedere al piacere di integrare l’aspetto vitale col gesto affettivo.
Ti aspettiamo
Alimentar y nutrir la vida recuperando el sentido ritual del acto de nutrirnos, implica un viaje por los diferentes territorios de la Alimentación Biocentrica desde el Sistema Biodanza.
Nuestra invitación es entonces, a participar de una Extensión donde es posible acceder al alegre placer de integrar lo vital con el gesto afectivo de comer y ser.
Te esperamos
Abrazos, Tiziana y Oliviero
L’Auto-espressione, è la capacità di un individuo di esprimere se stesso come persona e auto esprimersi significa manifestare fisicamente il contenuto o stato interiore (soggettivo, non visibile). Noi esseri umani possediamo un contenuto interno o stato interiore che non si vede fisicamente (soggettivo).
A livello mentale questo contenuto è costituito da tutto l’insieme dei pensieri, delle idee, delle opinioni, dei propositi o delle intenzioni e, a livello emozionale, dalla somma dei desideri, delle sensazioni, delle aspirazioni , dei sentimenti, delle emozioni e dei bisogni. Questo contenuto è energia , non può essere toccato o visto fisicamente (oggettivamente). Questa energia la esprimiamo attraverso i movimenti corporei, i gesti, le posizioni, le espressioni facciali, la voce…ecc.
Attraverso il movimento, il corpo esprime il suo mondo interiore. Se la capacità di muoversi del corpo è limitata, anche la nostra capacità di esprimerci sarà limitata. La corazza caratteriale (tensioni e contrazioni muscolari che sostengono la struttura di carattere di una persona e le sue forme automatiche e ripetitive di pensare, sentire e agire), impedisce che i sentimenti profondi possano manifestarsi , riduce l’espressività e la capacità umana di godersi la vita. Riduce anche la capacità di percepire l’altro.
Il movimento naturale In ognuno di noi esiste uno schema di equilibrio del movimento. Nella nostra memoria cellulare è presente il modo naturale, equilibrato e perfetto di muoverci per assicurarsi che la funzione espressiva attraverso il movimento corporeo, si svolga in condizioni ottimali e armoniose, in perfetto equilibrio. I bambini non hanno bisogno di essere istruiti su come danzare, ma piuttosto di sentirsi liberi di creare la loro propria danza e accompagnati nello sviluppo autonomo e spontaneo del loro istinto. Sotto l’apparente fragilità dei movimenti dei bambini, si nasconde l’esecuzione di un piano prodigioso che ha avuto bisogno di forgiarsi attraverso migliaia di anni di evoluzione della specie umana. Possiamo definire il movimento naturale come la capacità di ogni persona di muoversi liberamente, in modo spontaneo, con coordinazione, grazia e fluidità. Muoversi senza schemi significa muoversi in libertà, con ampiezza, spontaneità ed eutonia…
Il nostro corpo sa perfettamente come e in che modo, deve muoversi in ogni situazione, non abbiamo bisogno di insegnargli nulla. A differenza di altre tecniche corporee, Biodanza permette di sentire il piacere di muoversi e di apprendere con il corpo in movimento, senza esigenze o correzioni inibitorie. Attraverso la Biodanza incoraggiamo fin dall’infanzia che il nostro corpo si esprima liberamente, con movimenti naturali e autentici, seguendo le nostre emozioni e il calore dei nostri sentimenti…
Uma Zuasti
Operatrice di Biodanza specializzata in Educazione Biocentrica presso l’Università Biocentrica di Ceará, Brazil.
Articolo tratto dal sito Biodanza ya!
Autore: David Díez Sánchez
(Direttore della “Scuola di Biodanza Sistema Rolando Toro di Madrid – Centro“)
Uno dei paradossi della creatività è che si tratta di un fenomeno sorprendente e al tempo stesso del tutto naturale.
Il transito tra il caos e l’ordine, è presente sia nella nascita di un sistema solare che nell’unione di varie cellule per creare un organismo pluricellulare.
Rolando Toro Araneda, lo psicologo, antropologo e artista che creò il sistema Biodanza, considerava la creatività umana come “un’estensione di quelle stesse forze biocosmiche, espresse attraverso ogni individuo”.
Secondo il concetto di “Principio Biocentrico” postulato da Rolando Toro, l’universo è organizzato in funzione della vita, ossia non è la vita che fiorisce in uno spazio qualsiasi, ma l’universo potrebbe essere creato dal bisogno che la vita abbia un luogo dove esprimersi.
Secondo questa visione, l’atto di vivere sarebbe “una manifestazione sottile del prodigioso movimento biologicamente organizzato e in permanente creazione attuale”. La creatività umana sarebbe parte integrante di quel processo di trasformazione cosmica che si manifesta nell’essere umano come “impulso di innovazione di fronte alla realtà” (R. Toro).
Ciò suppone un nuovo paradigma, considerare che la fonte del nostro splendore è nella vita stessa. “È giunto il momento di assumere che la nostra grandezza non è nello spirito, ma nell’esistenza” (R. Toro).
Secondo Rolando Toro la Biodanza avrebbe quindi come obiettivo, “permettere l’apparizione a livello individuale del genio della specie”, […] facilitare “l’espressione degli impulsi naturali creativi”.
Seguendo la sua teoria, questi impulsi si manifestano nei nostri primi mesi di vita (protovivencias) dall’espressione, dalla curiosità e dalla libertà. Molto legati all’istinto esplorativo e di costruzione e all’emozione di “esaltazione creativa”. A livello comportamentale si relaziona con l’espressione delle nostre emozioni, la ricerca di stimoli nuovi e l’innovazione esistenziale, dando come frutto (esperienze evolutive) la creazione artistica e scientifica.
La creatività è una funzione che dipende dalla capacità di percepire l’abbondanza e il meraviglioso. Chi non ha esperienza della meraviglia difficilmente può organizzare un’opera creativa, rimane nei rituali di ogni giorno senza aggiungere bellezza e senza possibilità di cambiare la non bellezza del mondo.
Bisogna avere una vocazione per il meraviglioso, per il misterioso, essere in grado di conversare con l’invisibile, dipingere con colori che nessuno ha mai visto, forme che nessuno avrebbe mai immaginato esistessero, entrare per la prima volta in una morfologia della propria identità.
Per questo esiste la creatività esistenziale, che richiede coraggio più della creatività artistica perché occorre fare cambiamenti difficili che migliorano la qualità della vita, che aumentano la percezione, che permettono di trovare campi energetici più ricchi, amore, erotismo e forme di espressione personalissime.
Tutto ciò che ci circonda ci propone creatività, ma per viverla bisogna avere coraggio.
Ecco perché in un’azienda dovrebbero prima fare Biodanza per connettersi con se stessi e poi osare.
Anche se va male all’inizio, insistere e provare. In realtà la creatività è l’impulso di realizzare qualcosa di nuovo, è l’innovazione.
Se non c’è persistenza, non c’è creatore.
C’è quindi una relazione molto profonda tra l’emozione e la creatività.
Purtroppo, nel corso della nostra vita viviamo esperienze che oscurano l’espressione di questo potenziale. Repressioni educative, sociali, politiche che contribuiscono ad impoverirci.
Secondo Rolando Toro, la repressione dell’impulso creativo provoca:
La Biodanza viene praticata una volta alla settimana e in ogni sessione viene presentata una sequenza integrata di esercizi-danza, ognuno con un obiettivo determinato.
Sono tutte proposte organiche che non richiedono alcuna condizione preliminare, né saper ballare, né cantare.
La Biodanza agisce attraverso “esperienze integrative” che provocano una particolare intensità emotiva e coinvolgono, pensiero, atti, relazioni, movimento, in armonia con il contesto.
Queste esperienze rendono più facile incorporare nella nostra vita quotidiana ciò che impariamo.
Rolando Toro era certo che la creatività aumentasse con la pratica della Biodanza.
Ecco 15 suggerimenti che rafforzano la nostra creatività.
Potrai sperimentarli tutti in un gruppo regolare di Biodanza. Ti divertirai.
Inoltre, possiamo portarli nella nostra vita.
Fonte: SITO DEL COORDINAMENTO BIODANZA BRESCIA
Il lavoro, avviato alcuni anni fa con il contributo decisivo di Carmen Mazza (allora presidente dell’Associazione Biodanza Italia) rappresenta un primo importante passo nello studio degli effetti di Biodanza sulla salute, oltre che un riconoscimento della serietà del Sistema Biodanza e della professionalità con cui centinaia di operatori stanno lavorando da molti anni a questa parte.
Si tratta di una ricerca sperimentale controllata, progettata da un gruppo di psicologi dell’Università La Sapienza di Roma insieme all’Associazione Biodanza Italia, l’associazione nazionale di operatori di Biodanza.
I ricercatori si sono posti i seguenti obiettivi:
1. rilevare gli effetti della Biodanza su alcune dimensioni del benessere;
2. discriminare gli effetti benefici specifici della Biodanza da quelli di altre attività fisiche;
3. valutare quanto eventuali benefici si mantengano nel tempo.
I partecipanti alla ricerca sono stati distinti in tre gruppi: uno sperimentale e due di controllo.
1. Gruppo sperimentale Biodanza, composto da 96 persone che iniziavano per la
prima volta un corso settimanale di Biodanza;
2. Gruppo di controllo Attività fisica, composto da 71 persone che iniziavano un corso riguardante un’attività fisica (per lo più ballo);
3. Gruppo di controllo Sedentari, composto da 68 persone che non effettuavano con frequenza almeno settimanale alcuna attività fisica.
I partecipanti del gruppo sperimentale sono stati seguiti per un anno da 20 operatori distribuiti sul territorio nazionale. Questi hanno provveduto a far compilare i questionari all’inizio del corso (ottobre), alla fine del corso (giugno) e prima dell’inizio di un nuovo anno di corso (ottobre-novembre).
Sono stati compilati quattro questionari:
1. Psychological Well-Being Scale (PWB): misura il benessere psicologico valutando indicatori del buon funzionamento psichico e dimensioni collegate sia alla qualità della vita che allo stato di salute fisica;
2. Mesure du Stress Psychologique (MSP): valuta lo stato di stress inteso come sistema complessivo e generale di risposta dell’individuo all’ambiente;
3. Toronto Alexithymia Scale (TAS-20): valuta i livelli di alessitimia (difficoltà nel percepire e comunicare i sentimenti);
Alla prima somministrazione del test, il gruppo di Biodanza, rispetto ai due gruppi di controllo, presentava livelli di benessere significativamente più bassi (con valori fino p<0.00001) e livelli di stress (fino a p<0.000001) e di alessitimia (fino a p<0.00001) significativamente più alti pur rientrando, questi valori, nella media della popolazione italiana.
Alla fine del primo anno di corso, il gruppo di Biodanza presentava un aumento significativo dei livelli di benessere (fino a p<0.00001) ed una riduzione significativa dei livelli di stress (fino a p<0.00001) e di alessitimia (fino a p<0.05).
I gruppi di controllo non presentavano variazioni significative.
Dopo circa 4 mesi dalla sospensione dei corsi di Biodanza, i livelli di benessere presentavano una riduzione, ma rimanendo sempre al di sopra dei valori iniziali. Analogamente i livelli di stress aumentavano, ma rimanendo sempre al di sotto dei valori iniziali. I livelli di alessitimia ritornavano invece ai valori iniziali.
Dai risultati emerge che tra i partecipanti ai corsi di Biodanza è presenta una “domanda di benessere”. E’ stato dimostrato che questa domanda viene soddisfatta, poiché la frequenza ad un corso settimanale di Biodanza della durata di 9 mesi aumenta i livelli di Benessere e riduce i livelli di Stress e Alessitimia; inoltre risulta che questi effetti benefici si riducono lievemente durante la sospensione estiva, pur rimanendo sopra i livelli iniziali.
La numerosità dei soggetti studiati ed il rigore metodologico ne fanno una delle poche ricerche scientifiche sull’efficacia della Biodanza, se non l’unica.
I risultati della ricerca sostengono l’ipotesi che la Biodanza sia effettivamente una pratica di promozione della salute, in quanto coloro che vi partecipano, in maniera regolare per circa un anno, presentano un aumento del Benessere Psicologico e una diminuzione di Stress e Alessitimia.
La Biodanza svolge una funzione di prevenzione in quanto – in assenza di patologie conclamate – riesce a intercettare una domanda di salute e a rispondervi efficacemente. Essa rappresenta uno spazio in cui il corpo è valorizzato per le sue caratteristiche espressive piuttosto che per quelle di performance. È un luogo, inoltre, in cui le persone possono vivere e/o rivivere nel “qui ed ora” e nella relazione con l’altro aspetti centrali della propria vita. Tale processo rappresenta un’occasione per migliorare il contatto con se stesso e per integrare le diverse parti di sé (Scilligo, 2004).
Il testo della ricerca è acquistabile dal sito dell’editore Franco Angeli: