Uno dei paradossi della creatività è che si tratta di un fenomeno sorprendente e al tempo stesso del tutto naturale.
Il transito tra il caos e l’ordine, è presente sia nella nascita di un sistema solare che nell’unione di varie cellule per creare un organismo pluricellulare.
Rolando Toro Araneda, lo psicologo, antropologo e artista che creò il sistema Biodanza, considerava la creatività umana come “un’estensione di quelle stesse forze biocosmiche, espresse attraverso ogni individuo”.
Secondo il concetto di “Principio Biocentrico” postulato da Rolando Toro, l’universo è organizzato in funzione della vita, ossia non è la vita che fiorisce in uno spazio qualsiasi, ma l’universo potrebbe essere creato dal bisogno che la vita abbia un luogo dove esprimersi.
Secondo questa visione, l’atto di vivere sarebbe “una manifestazione sottile del prodigioso movimento biologicamente organizzato e in permanente creazione attuale”. La creatività umana sarebbe parte integrante di quel processo di trasformazione cosmica che si manifesta nell’essere umano come “impulso di innovazione di fronte alla realtà” (R. Toro).
Ciò suppone un nuovo paradigma, considerare che la fonte del nostro splendore è nella vita stessa. “È giunto il momento di assumere che la nostra grandezza non è nello spirito, ma nell’esistenza” (R. Toro).
Secondo Rolando Toro la Biodanza avrebbe quindi come obiettivo, “permettere l’apparizione a livello individuale del genio della specie”, […] facilitare “l’espressione degli impulsi naturali creativi”.
Seguendo la sua teoria, questi impulsi si manifestano nei nostri primi mesi di vita (protovivencias) dall’espressione, dalla curiosità e dalla libertà. Molto legati all’istinto esplorativo e di costruzione e all’emozione di “esaltazione creativa”. A livello comportamentale si relaziona con l’espressione delle nostre emozioni, la ricerca di stimoli nuovi e l’innovazione esistenziale, dando come frutto (esperienze evolutive) la creazione artistica e scientifica.
La creatività è una funzione che dipende dalla capacità di percepire l’abbondanza e il meraviglioso. Chi non ha esperienza della meraviglia difficilmente può organizzare un’opera creativa, rimane nei rituali di ogni giorno senza aggiungere bellezza e senza possibilità di cambiare la non bellezza del mondo.
Bisogna avere una vocazione per il meraviglioso, per il misterioso, essere in grado di conversare con l’invisibile, dipingere con colori che nessuno ha mai visto, forme che nessuno avrebbe mai immaginato esistessero, entrare per la prima volta in una morfologia della propria identità.
Per questo esiste la creatività esistenziale, che richiede coraggio più della creatività artistica perché occorre fare cambiamenti difficili che migliorano la qualità della vita, che aumentano la percezione, che permettono di trovare campi energetici più ricchi, amore, erotismo e forme di espressione personalissime.
Tutto ciò che ci circonda ci propone creatività, ma per viverla bisogna avere coraggio.
Ecco perché in un’azienda dovrebbero prima fare Biodanza per connettersi con se stessi e poi osare.
Anche se va male all’inizio, insistere e provare. In realtà la creatività è l’impulso di realizzare qualcosa di nuovo, è l’innovazione.
Se non c’è persistenza, non c’è creatore.
C’è quindi una relazione molto profonda tra l’emozione e la creatività.
COSA SUCCEDE QUANDO LA CREATIVITÀ VIENE REPRESSA
Purtroppo, nel corso della nostra vita viviamo esperienze che oscurano l’espressione di questo potenziale. Repressioni educative, sociali, politiche che contribuiscono ad impoverirci.
Secondo Rolando Toro, la repressione dell’impulso creativo provoca:
- Dissociazione affettivo-práxica: non facciamo quello che è coerente con ciò che sentiamo.
- Meccanizzazione: agiamo con modelli che ci fanno ripetere sequenze senza senso né legame con la nostra vita.
- Scompenso e perdita dell’omeostasi: spezzando la connessione in feed-back con il nostro mondo si ostacolano i nostri sistemi di regolazione.
- Depersonalizzazione: il creativo ha a che fare con l’espressione della mia identità, sentendomi costretto, perdo la mia unicità.
- Bloccare l’esaltazione per la vita: bloccando gli impulsi innati, diminuisce la qualità della vita e il suo senso epifanico.
COME LA BIODANZA POTENZIA LA CREATIVITÀ
La Biodanza viene praticata una volta alla settimana e in ogni sessione viene presentata una sequenza integrata di esercizi-danza, ognuno con un obiettivo determinato.
Sono tutte proposte organiche che non richiedono alcuna condizione preliminare, né saper ballare, né cantare.
La Biodanza agisce attraverso “esperienze integrative” che provocano una particolare intensità emotiva e coinvolgono, pensiero, atti, relazioni, movimento, in armonia con il contesto.
Queste esperienze rendono più facile incorporare nella nostra vita quotidiana ciò che impariamo.
Rolando Toro era certo che la creatività aumentasse con la pratica della Biodanza.
15 STIMOLI PER ARRICCHIRE LA NOSTRA CREATIVITÀ
Ecco 15 suggerimenti che rafforzano la nostra creatività.
Potrai sperimentarli tutti in un gruppo regolare di Biodanza. Ti divertirai.
Inoltre, possiamo portarli nella nostra vita.
- Mi muovo. Come ci muoviamo così pensiamo o ci sentiamo. Se sblocco il mio corpo mi sblocco.
- Riconosco la mia singolarità.Sono unico e irripetibile. Scopro e apprezzo le mie qualità e peculiarità. Sono l’alimento per creare cose originali.
- Ascolto i miei desideri.La motivazione è il motore principale della creatività. Quando qualcosa mi illude, tutte le mie risorse creative si orientano in modo naturale e sinergico per raggiungerlo.
- Lo faccio anche se mi fa paura. La paura, spesso infondata, ci immobilizza ancora prima di iniziare. Se valutiamo i rischi in modo ragionevole, la maggior parte delle volte troviamo che l’opzione più vantaggiosa sia, almeno, fare il primo passo.
- Prendo l’iniziativa. Mi aspetto che mi “portino a ballare” o prendo il ruolo di protagonista della mia vita?
- Mi adatto.Reagisco ai cambiamenti nel mio ambiente. Se incontro uno scoglio cerco strategie per superarlo. Sono anche in grado di cambiare obiettivo (se la vita mi dà limoni, mi faccio la limonata).
- Ascolto le altre persone.Scopro e apprezzo le qualità e le peculiarità degli altri esseri. Apprezzo “ciò che è diverso”.
- L’80% delle cantate di J.S. Bach erano molto “ispirate” alle opere di altri compositori, Picasso non inventò il cubismo anche se lo ha portato alla sua massima espressione. Imitare il fare delle altre persone arricchisce la mia gamma di stili.
- Mi connetto.Scopro le interrelazioni. Creo idee quando scopro nuove relazioni. Gioco alla ricerca di nuove metafore e combinazioni, mescolo.
- Attivo la mia curiosità. Rinnovo il mio sguardo e percepisco l’ambiente libero da pregiudizi.
- Metto in discussione ciò che è stato stabilito. Mi chiedo: “E perché no?” o “E se …?”. Sono aperto all’ambiguità, all’assurdità e all’incertezza perché sono contesti in cui nutro la mia creatività.
- Sono sorpreso.Fuggo dalla routine. Coltivo più “quello che potrebbe essere” e non tanto “quello che sono” o “quello che è”. Mi arricchisco e mi diverto quando penso, sento e agisco in modo non prevedibile.
- Trasformo in positivo.Le cose cambiano in meglio quando mi concentro sulle potenzialità più che sulle difficoltà. Riconosco e uso le mie risorse.
- Molte grandi invenzioni sono nate dall’affettività. Beneficio il mondo con le mie azioni. Creatività ed etica devono andare insieme. Uso la creatività per scopi positivi per l’umanità.
- Cosa sto aspettando? Per iniziare ad avere la vita che voglio, non ho bisogno di un allineamento planetario, né che tutto vada a mio favore. Comincio, e a poco a poco le cose andranno a posto (o le farò andar bene).